È lo stadio più antico d’Italia, e non a caso forse per le sue origini quello più “Premier”
di tutto lo stivale. Nascosto da alti caseggiati, tra un mix di smog e profumo
di mare nasce una cattedrale del calcio italiano. Quanti campioni sono passati
per questo campo; da Brighenti a Vialli e Mancini. Il Marassi, che prende il
nome dal quartiere, è un tempio che ha delle origini strane, irregolari, come
le onde del mare che poco lontano si infrangono a riva.
Foto aerea dello Stadio Comunale Luigi Ferraris |
Tutto nasce, o meglio tutto comincia il 7 settembre 1893 grazie ad alcuni
residenti inglesi di Genova. In un terreno, vicino alla trattoria “Gina” (ora
vicino a via Walter Fillak), alcuni marinai erano soliti trovarsi il sabato per
giocare calcio. La passione cresceva di giorno in giorno e di mese in mese. In
quel terreno, che fu messo a disposizione da due scozzesi, ci si rese subito
conto che, i pochissimi spalti costruiti furono subito insufficienti e quindi
si decise di cambiare zona; si scelse un nuovo terreno lungo le rive del Bisagno,
in uno spazio utilizzato allora dalla Società Ginnastica Colombo.
Questo nuovo luogo entrò poco dopo nella storia perché, il 6 gennaio 1898
si disputò ufficialmente la prima partita di calcio in Italia.
Una foto dello stadio nel 1911 |
Genova in quegli anni era un crocevia commerciale, gente che andava e
veniva da ogni dove e ognuna di queste, portava sulle rive del Bisagno un po’
del suo talento, lasciandolo in eredità agli altri.
Furono molte le società di calcio che nacquero in quegli anni ma la prima
che decide di costruire il primo Stadio fu il Genoa 1893, sempre vicino al Bisagno,
ma la particolarità di questa costruzione fu che la struttura era confinante
con il campo di gioco dell’Andrea Doria, altra società genovese che aveva anch'essa il suo terreno di gioco, chiamano la “Cajenna”. Quest’ultimo era un campo molto
piccolo e stretto, dotato di tribune in legno e diviso dal terreno di gioco dei
“cugini” da solo una cinta in legno.
Il rapporto di vicinato durò fino al 1926 quando, lo stadio dell’Andrea
Doria fu giudicato inagibile e per la gioia dei tifosi rossoblu l’impianto fu
abbattuto e la società Genoa 1893 , dopo aver pagato il terreno 20mila lire,
costruì la Curva Nord ampliando il suo impianto.
Lo stadio negli anni 20-30 |
Oltre alle due società litiganti a Genova c’era anche la Sampierdarenese,
squadre dell’omonimo quartiere, che al secondo tentativo di fusione con l’Andrea
Doria formò nel 1946 la SampDoria che nel post guerra chiese al comune di
giocare al Luigi Ferraris. Successivamente, negli sessanta lo stadio fu ampliato
raggiungendo una capienza di 60000 spettatori.
In questi anni ovviamente, si giocarono i primi derby; il primissimo fu
vinto dalla neonata SampDoria per 3-0.
Lo struttura del Ferraris subì una variazione nell'inverno del 1989 quando, senza chiudere per le partite del campionato, lo stadio fu
prima abbattuto e poi ricostruito con una capienza di circa 45000 spettatori in
vista dei Mondiali in Italia.
Oggi lo stadio può contenere al massimo 37mila
spettatori e rappresenta, in Italia e non solo, un luogo sacro per gli
appassionati del futbol.
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